OBLIO

Arturo Graf

Sì pien d’anni son io, benché non anco
M’abbia canuto il crine o curvo il dorso,
Che a risalir della mia vita il corso
La memoria mi trema e mi vien manco.

Dentro il mio cor né brama, né rimorso,
Nè duol, né sdegno; abbandonato e stanco
Giaccio, qual nave in sull’aperto fianco
Travolta, fuori d’ogni uman soccorso.

M’invade un lento obblio. Passano i giorni
E i mesi e gli anni, ed io non me n’avvedo,
Fatto così di sentimento privo.

E se talora avvien che in me ritorni,
Quasi a me stesso e al mio pensier non credo,
E mi vergogno di trovarmi vivo.

OBLIVION

Arturo Graf

So filled with years am I, although I be
Neither with snowy mane nor curved spine,
That to retrace the steps of this life of mine
My memory falters and thus fails me.

In my heart neither do I repent nor pine,
Ache nor despise; abandoned and weary
I , like a ship’s flank which open to the sea
Is wrecked, beyond all human salvage lie.

A slow oblivion invades me. The days pass
The months and years, and nothing do I perceive,
Being as I am of sentiment deprived.

And if at times it should return at last,
Both myself and my thoughts I disbelieve,
And ashamed am I to find myself alive.

Translation ©Matilda Colarossi