Autumn daybreak Edna St. Vincent Millay Cold wind of autumn, blowing loud I know—for I can hear the hiss Tardy, and somewhat south of east, When, having but to turn my head, |
Alba autunnale Edna St. Vincent Millay Vento d’autunno, glaciale ulula So io – per il fischio che sento Tardivo, e da sud più che non da levante, Quando, volgendo il capo solamente, Translation ©Patrizia Sardisco |
Stagioni che sembrano soltanto togliere e che, a volte, inopinatamente, riescono a dare. Un vento impetuoso, pur previsto e atteso, è in grado comunque di scuotere i nostri confini, violare gli spazi interiori, i luoghi più intimi, lasciandoci inermi tra il sonno e la veglia a sentirlo passare, a seguire il suo corso, intuirlo a trovare il suo proprio destino. Eppure, in cuor nostro, sappiamo che ogni stagione è un ciclico andare e di nuovo ogni cielo sarà sgomberato da nubi, e a sapere guardare, dal vuoto e dal nudo si può finalmente vedere ciò che prima era stato a incolore e nascosto. Come a volte il dolore, un dolore che lascia prostrati e indifesi, un dolore che spoglia, che scortica e quasi ci annienta, dirada le ombre e apre a visioni più nitide pur nella luce che intanto si è fatta più esigua ma che addita e ostenta, per quanto sorprenda, ciò che era già noto al cuore, come un ricordare ma fuori da vera memoria, una presa di sé dalla traccia profonda del grumo di tempo che siamo e che non si sa, o che è giusto e fatale scordare nel tumulto di luce e nel folto della bella stagione.
Nel farsi veloce di versi che spirano in alto e poi tornano a fruste e a squarci di nuove visioni, la poesia si dipana in un canto per me lontanissimo, spirali di rime baciate e alternate…
Ma tradurre è il farsi minuscoli, scoprirsi una gola di angelo, tremare e portarsele al cuore, le mani, sentirsi e adagiarsi nel un battito nuovo, lasciarsene dire l’altezza e il respiro che occorre e in quello intuirsi più nitidamente: tradurre precisa la voce. Tradurre è il dire Non – Io, quindi Io.
Dunque grazie, per questo e non solo, a Matilde e a Parallel texts .- Patrizia Sardisco
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