I SING THE BODY ELECTRIC

STANZAS 7-8

 

Walt Whitman

 

 

7

 

A man’s body at auction,
(For before the war I often go to the slave-mart and watch the sale,)
I help the auctioneer, the sloven does not half know his business.

Gentlemen look on this wonder,
Whatever the bids of the bidders they cannot be high enough for it,
For it the globe lay preparing quintillions of years without one animal or plant,
For it the revolving cycles truly and steadily roll’d.

In this head the all-baffling brain,
In it and below it the makings of heroes.

Examine these limbs, red, black, or white, they are cunning in tendon and nerve,
They shall be stript that you may see them.

Exquisite senses, life-lit eyes, pluck, volition,
Flakes of breast-muscle, pliant backbone and neck, flesh not flabby, good-sized arms and legs,
And wonders within there yet.

Within there runs blood,
The same old blood! the same red-running blood!
There swells and jets a heart, there all passions, desires, reachings, aspirations,
(Do you think they are not there because they are not express’d in parlors and lecture-rooms?)

This is not only one man, this the father of those who shall be fathers in their turns,
In him the start of populous states and rich republics,
Of him countless immortal lives with countless embodiments and enjoyments.

How do you know who shall come from the offspring of his offspring through the centuries?
(Who might you find you have come from yourself, if you could trace back through the centuries?)

8

A woman’s body at auction,
She too is not only herself, she is the teeming mother of mothers,
She is the bearer of them that shall grow and be mates to the mothers.

Have you ever loved the body of a woman?
Have you ever loved the body of a man?
Do you not see that these are exactly the same to all in all nations and times all over the earth?

If any thing is sacred the human body is sacred,
And the glory and sweet of a man is the token of manhood untainted,
And in man or woman a clean, strong, firm-fibred body, is more beautiful than the most beautiful face.

Have you seen the fool that corrupted his own live body? or the fool that corrupted her own live body?
For they do not conceal themselves, and cannot conceal themselves.

CANTO IL CORPO ELETTRICO

STROFE 7-8

 

Walt Whitman

 

 

7

 

Il corpo di un uomo è all’asta,
(perché prima della guerra andavo spesso al mercato degli schiavi a guardare la vendita)
Do una mano al banditore, il cialtrone ne sa poco del mestiere.

Galantuomini osservate la meraviglia,
quali che siano le offerte degli astanti non possono mai essere abbastanza,
per essa il mondo si dispose all’accoglienza da milioni di anni senza pianta o animale alcuno,
per essa i cicli di rivoluzione primigeni e costanti scorrevano.

In questa testa il cervello meraviglioso,
in esso e sotto le gesta degli eroi.

Osservatene gli arti, rossi, neri o bianchi, sono composti di tendini e nervi,
li scuoieremo perché possiate vederli.

Sensi raffinati, occhi vivaci, coraggio, volontà,
fasci di muscoli pettorali, colonna e collo flessuosi, carne soda, braccia e gambe armoniose,
e altre meraviglie all’interno.

Lì dentro scorre sangue,
il caro vecchio sangue! Lo stesso sangue rosso fluente!
Lì si espande e zampilla il cuore, lì ogni passione, desiderio, ambizione, aspirazione,
(credete non ci siano perché non se ne parla nei salotti e nelle aule?)

Questo non è soltanto un uomo, questo è il padre di coloro che saranno padri a loro volta,
il lui il principio di stati popolosi e ricche repubbliche,
di lui innumerevoli vite immortali con innumerevoli incarnazioni e piaceri.

Come potete sapere chi verrà dalla progenie della sua progenie attraverso i secoli?
(Da chi potreste scoprire di discendere, se riusciste a trovarne traccia indietro nel tempo?)

8

Il corpo di una donna è all’asta,
anche lei non è soltanto una donna, è l’opulenta madre delle madri,
la portatrice di coloro che cresceranno e saranno compagni per le madri.

Avete mai amato il corpo di una donna?
Avete mai amato il corpo di un uomo?
Comprendete che essi sono identici in tutto in ogni nazione ed epoca della terra?

Se c’è al mondo qualcosa di sacro, quella cosa è il corpo,
e la gloria e la delizia dell’uomo sono il simbolo di un’umanità incontaminata,
e nell’uomo o nella donna il puro, robusto, saldo corpo è più bello del più bel sembiante.

Avete visto il pazzo che ha corrotto il suo stesso corpo? O la pazza che ha corrotto il suo stesso corpo?
Poiché essi non si nascondono, e non possono nascondersi.

 

 

Traduzione ©Alba Gnazi

 

 

Siamo introdotti senza preavviso in una scena caratteristica di un certo periodo storico: un mercato in cui vengono messi all’asta gli schiavi. Il banditore non è altri che lo stesso Poeta, che osserva da un punto di vista privilegiato la scena, anch’egli nel virtuale centro dell’asta: ‘’sloven’’, scrive il Poeta: ‘’sudicio’’, con forte connotazione morale, ma anche ‘’pigro’’, ‘’sciatto nel curare gli affari’’: un cialtrone, dunque, perché si occupa di una ‘’merce’’ cui andrebbe destinata una ben diversa cura; un ‘’cialtrone’’ perché egli, Whitman, fallibile banditore, è lì per svolgere altro: non per vendere, bensì per cantare, celebrare quei corpi messi all’asta.

Un uomo, una donna: archetipo e fonte dell’umanità intera, il cui corpo plasmato con perizia dalla natura e vividamente descritto dal Poeta in passaggi di stupefacente bellezza, è trasversale ai tempi e ai luoghi, quasi ‘’altro’’ rispetto allo scorrere delle umane vicende, vivo in natura e per natura, e come tale soggetto al ciclo di nascita crescita maturazione e morte. Un corpo unico, lo stesso per tutti: stessi sono il sangue, gli arti, gli occhi, i sogni e le aspirazioni; stessi i figli che genereranno altri figli, in un qui e ora i cui termini deittici vengono spostati su piani metafisici. Una ferma, robusta condanna del razzismo, di cui Whitman dimostra l’assoluta infondatezza; una celebrazione innamorata, pulsante dell’Uomo, un invito a osservarne le meraviglie, a esserne rapiti: a partecipare, in quanto uomini e donne, di quelle meraviglie e della loro intrinseca volontà di potenza che nulla, mai, può distruggere né nascondere.

Una sfida, la traduzione di queste due strofe solo all’apparenza semplici. In poche righe Whitman spalanca voragini che spaziano dal senso dell’esistenza alla storia, dalla dignità e pura bellezza dell’Uomo al rischio di dare per scontate tali dignità e bellezza, o di applicarle solo selettivamente, con esiti tragici quali la schiavitù, il razzismo, la violenza.

Una sfida, dicevo: che ho accolto con entusiasmo e cercato di affrontare seguendo per quanto possibile la linea preparata dal Poeta, gli scenari che egli plasticamente espone con scelte linguistiche efficacissime: incisi scarni, scarsi e precisissimi aggettivi, rapidissime incursioni di senso morale, ellissi…  In italiano la resa di una tale struttura sintattica potrebbe rischiare la dispersione sul piano semantico se attuata con totale aderenza o, al contrario, tradita se ci si discosta troppo dal testo finendo così col riscrivere la poesia, cosa che non volevo assolutamente accadesse. Ogni traduzione è un esercizio di calibrazione, giocato su un sottilissimo equilibrio di forme e contenuti.

Il testo di Foglie d’erba* in mio possesso, per altro, non riportava le strofe della cui traduzione mi sono occupata [che ho reperito altrove], anche se in appendice era presente una meravigliosa postfazione di Harold Bloom che esplicava approfonditamente le tematiche estrinsecate nel libro e la figura del Poeta, enigmatica tanto quanto la sua Poesia. Riporto, in chiusura, un passaggio di Bloom: ‘’ La confusione maggiore riguardo alla interpretazione, in costante aggiornamento, della poesia di Whitman è la nozione, ancora dominante, che lo si debba prendere sempre in parola, sia riguardo al suo sé sia riguardo alla sua arte. Nessun altro poeta insiste con tanta forza e tanto spesso sul fatto che ci dirà tutto e ce lo dirà senza artifici, per dirci poi così poco e in maniera così astuta’’. **

Rimando al testo intero della poesia per assaporarne appieno la vivida bellezza e ringrazio Matilda Colarossi per i preziosi suggerimenti.- Alba Gnazi

*Leaves of grass in originale; è la raccolta, edita nel 1855, in cui figura il testo da cui sono estrapolate le due strofe qui tradotte, ovvero I sing the body electric.

** Walt Whitman, Foglie d’erba, Scelta, traduzione e introduzione di Giuseppe Conte. Postfazione di Harold Bloom. Con uno scritto di Henry David Thoreau; Oscar Classici Mondadori 2016
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