Il lettore e l’orso

(da Bestie)

Federigo Tozzi

Da ragazzo, mi compravo pochi libri. Mio padre voleva ch’io non leggessi; e, con la scusa che mi sarei sciupato gli occhi, non cavava mai un soldo in tasca. Quei cinque o sei che avevo, li tenevo insieme con la biancheria; e m’avveniva che, quando tiravo il cassetto per prendere una camicia o altro, ne aprivo uno e leggevo senza muoverlo dal suo posto.

Ma, un capodanno, la mia donna si decise a comprarmi per regalo, avendo io insistito fin da un mese prima, quel libro del Verne che si chiama Nel paese delle pellicce. Io cominciai a leggerlo, ma non andavo mai in fondo; perché tornavo sempre alla pagine a dietro.

Finalmente, dopo un tre mesi, giunsi all’ultima pagina come se quelle avventure fossero toccate a me. E più d’ogni altra cosa, forse, mi rimase a mente una figura dov’era un orso che voleva entrare dentro una capanna.

Tutte le volte che ho visto orsi veri, ho sempre pensato a quello; e come, guardandolo, per un bel pezzo mi scuotevo e mi smuovevo tutto.

The reader and the bear

(from Bestie)

Federigo Tozzi

As a boy, I bought very few books. My father didn’t want me to read; and, with the excuse that it would hurt my eyes, he never gave me a cent to buy them. I kept the five or six books I had in a drawer with my underwear; and sometimes when I pulled it open to get a shirt or something, I’d open the book and read it without removing it from its hiding place.

But, one New Year’s Eve, my girlfriend decided to buy me a book, The fur country by Verne, because I’d been pressing her for it for a whole month. I started reading it, but never got to the end, because I would always go back to the previous pages.

Finally, after three months or so, I got to the last page as if that adventure had really been mine. And what stuck me more than anything else, I think, was the image of the bear trying to break into a cabin.

Every time I saw a real bear after that, I would think of that one, and of how, just by looking at it, it made me jumpy and  scared.

Translation©Matilda Colarossi